Quando il caldo diventa insopportabile l’idea di costruire una bella piscina diventa molto attraente e poco importa se magari non tutti i permessi sono stati richiesti.
Devono averla pensata così gli oltre 20.000 proprietari di piscine abusive che sono stati scovati in Francia dal Fisco, grazie all’utilizzo di un sofisticato software di intelligenza artificiale in grado di analizzare le immagini satellitari per riconoscere e scovare le piscine presenti sul territorio e distinguerle da altre forme simili (dallo spazio le piscine appaiono come piccoli rettangoli blu). Secondo la normativa francese l’aggiunta di piscine determina l’aumento del valore della casa e quindi un aumento delle tasse da versare all’erario.
È bene sapere che in Francia, come del resto in Italia, chi costruisce una piscina senza permessi è soggetto a sanzioni amministrative e penali.
Tuttavia da noi esiste una sentenza del 16 aprile 2014, n. 1951 secondo la quale sono consentite le piscine le cui dimensioni della struttura soddisfano il principio di proporzionalità contenuto nel Testo Unico dell’edilizia (D.P.R. 380/2001). Ovvero se la piscina non supera il limite del 20% del volume dell’edificio principale non può essere considerata alla stregua di “nuova costruzione” e quindi non si configura l’abuso edilizio che invece interessa tutte le nuove dipendenze che superano tale soglia percentuale.